Ticchioni, nato a Mestre (Ve) il 16/4/1927, era studente e si avvicinò alla lotta partigiana entrando nella 35^ brigata "Rizzieri" con il nome di battaglia "Tredicino"; arrestato in seguito a delazione e
torturato per molti giorni, venne fucilato il 14/2/1945; fu insignito di medaglia d'oro al V.M. alla memoria. Renato Scalambra, nato a Jolanda di Savoia (Fe) il 6/1/1914, partigiano della 35^ brigata "Rizzieri", arrestato, fu trovato morto in una vasca della Casa del Fascio di Codigoro il 29/11/1944. Felino Campana, classe 1989, di Porotto (Ferrara), catturato in un rastrellamento, venne torturato per giorni e morì sotto le percosse il 28/12/1944; fu insignito di medaglia di bronzo alla memoria. Erano partigiani della 35^ brigata "Rizzieri" e vennero fucilati a Codigoro il
30/12/1944 Bonaccorsi, nato a Ferrara il 7/8/1907, che tentò il suicidio per sfuggire alle terribili torture cui era stato sottoposto; Previati, nato a Berra (Fe) il 13/2/1896; Castellani, nato a Mesola (Fe) l'11/3/1904; Contrastini, nato a Copparo (Fe) il 3/8/1908; Grandi, nato a Jolanda di Savoia (Fe) il 10/8/1923; questi ultimi due e Castellani erano stati forzatamente arruolati nella Guardia Nazionale Repubblicana e avevano poi disertato per unirsi alle bande partigiane. Checchi era nato a Portomaggiore (Fe) l'1/11/1920 e morì il 4/1/1945. Abbondanti, nato a Codigoro (Fe) il 7/9/1923, studente, militò nella brigata 35^bis "Babini" e cadde in uno scontro armato con la X MAS il 22/4/1945 a Codigoro. L'ultima in elenco è una donna,
Olga Fabbri, moglie di Bruno Paolati, nata a Comacchio il 16/11/1914; il 22/4/1945 le truppe Alleate stavano attraversando con zattere il Po di Volano, inseguendo tedeschi e fascisti in ritirata; questi ultimi si aprivano la strada sparando su tutto quello che pensavano fosse un pericolo; avevano fermato Paolati perché aveva in tasca i proiettili di una pistola, visto che aveva appena disarmato un tedesco che si era arreso; la moglie Olga si accorse che lo stavano portando via e supplicò che lo lasciassero libero; il fascista che lo teneva sotto tiro sparò alla donna ferendola alla spalla, un altro restò di guardia, ad impedire che la soccorressero; e così Olga morì dissanguata.
Devo alcune informazioni alla cortesia di Federica Gelli, IAT Pomposa-Pro Loco Codigoro; questo ufficio è molto attento alla valorizzazione del territorio e della sua storia, ed organizza interessanti ed intelligenti
percorsi turistici nella zona.