Notaio, ebbe funzioni politiche e diplomatiche per la sua città; costretto all'esilio nel 1260, riparò in Francia dove coltivò le lettere; divenne noto per due opere enciclopedico-allegoriche, il Tesoretto (in volgare fiorentino) e il Trésor (in lingua d'oil). Ulteriore fama gli conferì Dante, immaginando di incontrarlo nell'Inferno, nel girone dei sodomiti: pur riconoscendogli affettuosamente i meriti di maestro in ambito letterario, non può celare le abitudini che lo rendevano un peccatore. |