Militare nell'esercito del Regno delle due Sicilie, nel 1848 fu alla difesa di Venezia, poi della Repubblica Romana; la sua adesione alle idee mazziniane lo costrinse anche ad un periodo da esule in Svizzera; ma fu pronto a rispondere all'appello Garibaldino e si unì nel 1860 alla spedizione dei Mille, guidando col grado di colonnello un corpo di volontari napoletani; questi, i Cacciatori del Vesuvio, ebbero il difficile incarico di respingere gli attacchi borbonici e le resistenze reazionarie nelle valli appenniniche; il battaglione che gli fu affidato operò nel Sannio, nel Molise e in Abruzzo; il 19/10/1860, a Tocco di Casauria (Pe), fu il primo contingente garibaldino che si incontrò con le truppe sabaude in marcia verso il sud; Pateras scortò il re Vittorio Emanuele II fino a Popoli (Pe). Pubblicò un diario della sua esperienza patriottica: L‘ insurrezione nella Campania, nel Sannio e negli Abruzzi (1862). Con Garibaldi combatté anche nella III Guerra d'Indipendenza (1866).
Il busto è opera dello scultore Barbieri (1914). |