L'obelisco, alto 14 m. e mezzo (29 m. col basamento e la croce sommitale) sembra sia stato trasportato a Roma dall'Egitto probabilmente all'epoca di Domiziano; ma per alcuni anche questo, come quello gemello
Esquilino, era imitazione romana degli originali egizi; fu ritrovato nel 1527, insieme a quello Esquilino, crollato in pezzi all'ingresso del mausoleo di Augusto; fu poi nuovamente interrato e venne riscoperto ed innalzato solo nel 1786, sotto il pontificato di
Pio VI, su un basamento che accolse anche le statue dei Dioscuri (copie romane di opere greche, difficilmente di Fidia e di Prassitele) ritrovate nelle Terme di Costantino. L'opera complessiva fu realizzata dall'architetto Antinori.
Papa
Sisto V è citato perché aveva fatto restaurare le sculture dei Dioscuri (1588), sistemandole all'inizio di via Pia;
Pio VII è menzionato perché fece aggiungere al complesso la vasca della fontana, anch'essa reperto antico, già altrove riutilizzato.
L'ultima riga dell'iscrizione sul retro mostra un'evidente correzione (originario testo scalpellato e il nuovo inciso su un tassello di marmo aggiunto); in origine si doveva leggere invece QUANTO SIT MINOR ILLE PIO, cioè "quanto egli sia inferiore a Pio": dove "egli" indicherebbe Alessandro Magno, allora considerato il personaggio raffigurato dalle due statue. Durante l'occupazione francese di Roma (1798) il testo originario sembrò eccessivamente enfatico e fu corretto.