Era uno degli oltre 1000 ebrei che il 16 ottobre 1943 vennero rastrellati dai nazisti per le case di Roma e deportati nel lager di Auschwitz. Fu però uno dei pochissimi che sopravvissero e riuscirono a tornare a casa quando l'Armata Rossa il 30 aprile 1945 raggiunse il lager di Ravensbrück, dove con molti altri era stato trascinato a marce forzate dopo che le truppe sovietiche nel gennaio avevano liberato il campo di Auschwitz.
Questa è una delle tante vittime dei lager nazisti di cui l'artista tedesco Gunter Demnig ha voluto tramandare il nome con le sue Stolpersteine (letteralmente tradotto significa "pietre da inciampo"): si tratta di cubetti di pietra, sparsi nei marciapiedi di tutta Europa, ciascuno con un nome inciso; in Italia ha incominciato da Roma, ricordando ebrei, zingari, omosessuali, antifascisti, carabinieri che da qui furono deportati nei lager e lì morirono di stenti o furono uccisi. |