Ufficiale di carriera, fu decorato nella I Guerra Mondiale e nuovamente nella II, raggiungendo il grado di generale; dopo l'Armistizio fu fatto prigioniero dai tedeschi e deportato nel lager di Schokken (oggi Skoki, in Polonia), dove rimase poiché rifiutò di tornare in Italia aderendo alla R.S.I. Quando l'Armata Rossa si stava avvicinando, i prigionieri furono costretti ad uno spostamento con marce forzate; in questo tragitto venne trucidato dalle SS, assieme ad altri ufficiali italiani. Durante la prigionia tenne un
diario che fortunosamente giunse dopo la guerra nelle mani della figlia che lo pubblicò (2004).
Questa è una delle tante vittime dei lager nazisti di cui l'artista tedesco Gunter Demnig ha voluto tramandare il nome con le sue Stolpersteine (letteralmente tradotto significa "pietre da inciampo"): si tratta di cubetti di pietra, sparsi nei marciapiedi di tutta Europa, ciascuno con un nome inciso; in Italia ha incominciato da Roma, ricordando ebrei, zingari, omosessuali, antifascisti, carabinieri che da qui furono deportati nei lager e lì morirono di stenti o furono uccisi.
La posa di questa targa è avvenuta il 15/1/2019.