Aviere, dopo l'Armistizio non aderì alla leva della neonata Repubblica Sociale; nell'agosto 1944 fu fatto prigioniero dai tedeschi e deportato in un campo di concentramento: era uno dei 600.000
internati militari italiani che rifiutarono di tornare in patria liberi ma arruolati come soldati d'appoggio alle truppe della Wehrmacht. Sopravvisse agli stenti e riuscì a tornare a casa alla fine della guerra.
Questa è una delle tante vittime dei lager nazisti di cui l'artista tedesco Gunter Demnig ha voluto tramandare il nome con le sue Stolpersteine (letteralmente tradotto significa "pietre da inciampo"): si tratta di cubetti di pietra, sparsi nei marciapiedi di tutta Europa, ciascuno con un nome inciso; in Italia ha incominciato da Roma, ricordando ebrei, zingari, omosessuali, antifascisti, carabinieri che da qui furono deportati nei lager e lì quasi tutti morirono di stenti o furono uccisi. La pietra è stata posata il 18/1/2019.