Diacono, predicava contro la corruzione della Chiesa dell'XI secolo, individuandone le cause nella simonia (compravendita di beni spirituali) e nel concubinato del clero; l'accusa colpiva particolarmente l'arcidiocesi ambrosiana, dove il matrimonio dei preti allora era diffuso. Quando il papa Alessandro II si vide costretto dai movimenti pauperisti (
Patarini) a scomunicare l'arcivescovo di Milano Guido da Velate, questi si ribellò e imprigionò Arialdo, lo fece castrare, mutilare di orecchie, naso, lingua, piedi e mano destra e infine uccidere. Il culto popolare, diffusosi spontaneamente, gli attribuì santità, che nel 1904 fu approvata dalla Congregazione romana dei riti.
Secondo alcuni era nativo di Carimate (Co).