Anche durante la Grande guerra ottenne la medaglia d’argento al Valor Militare non per temerarie imprese d’assalto bensì per aver realizzato un sorprendente numero di prigionieri austriaci, riuscendo in tal modo a salvare loro la vita.
Maestro elementare dal 1913 insegnò a Vimercate e a Milano nelle scuole «Giulio Romano», «Tito Speri» e «Leonardo da Vinci», dove è conservato un busto in sua memoria. Molti alunni hanno lasciato testimonianze scritte del suo insegnamento antiretorico e animato da un profondo senso della vita civile e democratica, tra questi Luciano Calvi, Alfredo Barberis e Umberto Veronesi.
Appena ventenne fu processato e assolto per aver animato con altri giovani una protesta a Piazza Armerina contro il monopolio di un’impresa di trasporti che si opponeva ad ogni forma di miglioramento a favore della popolazione locale. Giunto a Milano incominciò una fervente attività politica socialista, frequentando la casa di Filippo Turati e Anna Kuliscioff, collaborando con Giacomo Matteotti, con i fratelli Rosselli e, più avanti, con Giuseppe Faravelli.
Deferito nel 1933 al Tribunale Speciale di Roma, fu rilasciato dopo oltre tre mesi di carcere. Fece parte della 33ª brigata Matteotti, fu nel secondo e nel terzo comitato antifascista di Porta Venezia e nel Comitato di Liberazione Nazionale della Scuola. A Milano in via Cusani 10 gestiva anche una piccola officina meccanica allo scopo di arrotondare lo stipendio di maestro e di mascherare uno smistamento di propaganda clandestina. Qui, forse tradito dalla delazione di un giovane operaio, fu arrestato dai nazifascisti nel luglio 1944. Fu imprigionato prima nel carcere di Monza, dove fu torturato dalla polizia fascista, che gli ruppe anche un braccio, e poi trasferito a Milano, a San Vittore. Morì con altri quattordici partigiani fucilato in Piazzale Loreto il 10 agosto 1944.
La lapide affissa alla casa dove Salvatore Principato viveva con la moglie Marcella Chiorri e la figlia Concettina fu posta subito dopo il 25 aprile 1945, grazie al contributo spontaneo di oltre cinquanta cittadini, che versarono chi 10 chi 1000 lire, in un esemplare concorso di solidarietà e riconoscenza.
Documenti e notizie si leggono nell’opuscolo Due scelte in tempi difficili: Mino Micheli – Salvatore Principato, a cura di Concettina Principato e Giovanni Patti (Milano 1985), una copia del quale è conservata alla Biblioteca Nazionale Braidense.