Nel 1746 entrò nel Collegio Farnesiano di Parma e si laureò in legge nel 1758 all'Università di Pavia. Subito dopo la laurea cominciò a frequentare le riunioni dell'Accademia dei Pugni, di cui era animatore il conte
Pietro Verri. Nel 1762 pubblicò il suo primo lavoro:
Del disordine e de' rimedii delle monete nello stato di Milano. Dopo essersi dedicato a studi approfonditi sulla legislazione penale, sotto consiglio di Verri nel 1764 pubblicò, anonimo,
Dei delitti e delle pene che riscosse il consenso unanime di intellettuali illuminati di tutta Europa. Intanto pubblicava articoli su svariati argomenti nel "Caffè" di Pietro Verri. Nel 1766 rifiutò l'invito a Pietroburgo di Caterina II, desiderosa di affidargli il compito di sovrintendere alla stesura del nuovo codice. Nel 1768 gli venne affidata la cattedra di Amministrazione e Scienze delle finanze presso le scuole Palatine di Milano. Nel 1771 entrò a far parte del Supremo Consiglio di Economia, dove si dedicò soprattutto ai problemi annonari. Nel 1778 ottenne la carica di magistrato provinciale per la zecca e membro della delegazione per la riforma delle monete.
Varie le opere che scrisse in seguito al successo di
Dei delitti e delle pene, tra le quali ricordiamo:
Elementi di economia pubblica, Ricerche intorno alla natura dello stile, Della riduzione delle misure di lunghezza all'uniformità per lo stato di Milano e
Brevi riflessioni intorno al codice generale sopra i delitti e le pene, per ciò che riguarda i delitti politici.
Il medaglione, assieme ad altri 8 di illustri milanesi del '700, si trova sulla facciata della casa dove
nacque.