Nato il 24/1/2003, questo luogo della memoria intendeva celebrare i giusti di tutto il mondo, che si sono prodigati per salvare altre persone, per impedire o svelare prepotenze collettive; il più diretto riferimento è a quanti hanno prestato aiuto nella Shoah ebraica. All'inizio erano ricordate quattro persone e il numero è andato crescendo, tanto che tutte le epigrafi non possono essere contenute in questa scheda; gli altri personaggi quindi ne avranno ciascuno una sua propria, con riferimento a questa che dovrebbe raccoglierle tutte.
Moshe Bejski, uno dei sopravvissuti ai lager grazie alla
"lista di Schindler", ha dedicato il resto della sua vita a ricordare il suo salvatore e altri uomini che si sono prodigati a favore dei perseguitati; a Gerusalemme ha inventato il primo "Giardino dei Giusti", che è poi stato replicato in altre città.
Simile impegno ha dedicato
Pietro Kuciukian ricordando le vicende della persecuzione subita dagli Armeni negli anni 1915-23 e creando il "Giardino" di Yerevan.
Anche
Svetlana Broz (nipote di Tito) col libro
Buoni al tempo del male: attori e testimoni ha trasmesso alla memoria nomi ed episodi di umanità durante le guerre etniche che hanno segnato la disgregazione della ex Jugoslavia, e ha fondato il "Giardino" di Sarajevo.
Andrej Sacharov (Mosca 1921-89) è stato un illustre fisico sovietico che si batté per il rispetto dei diritti civili, tanto che gli fu assegnato il Premio Nobel per la pace nel 1975; non gli fu consentito di uscire dall'URSS per ritirarlo, anzi, dal 1980 al 1986, fu relegato al confino.
Col tempo il Comune di Milano ha pensato di dare un po' di ordine alla disposizione dei cippi, intervallando il prato naturale con lastrico e vialetti; nel terzultimo
thumbnail una panoramica del giardino nell'autunno 2020, dopo i rifacimenti del 2019 (menzionati negli ultimi due
thumbnail).
Oltre alle targhe già posate è nato anche un
Giardino virtuale, tutto
on-line, che commemora un ulteriore numero di giusti.