Lavorava nell'industria di famiglia, che produceva mobili in ferro. Nello stabilimento di Musocco offrì lavoro e nascondiglio ad alcuni ebrei dopo l'emanazione delle leggi razziali del 1938. Scoperto, fu arrestato e deportato a Bolzano e poi nel lager di Mauthausen; morì nel sottocampo di Gusen poche settimane prima della fine della guerra.
Questa è una delle tante vittime dei lager nazisti di cui l'artista tedesco Gunter Demnig ha voluto tramandare il nome con le sue Stolpersteine (letteralmente tradotto significa "pietre da inciampo"): si tratta di cubetti di pietra rivestita di ottone, sparsi nei marciapiedi di tutta Europa, ciascuno con un nome inciso; in Italia ha incominciato da Roma, ricordando ebrei, zingari, omosessuali, antifascisti, carabinieri che da qui furono deportati nei lager e lì morirono di stenti o furono uccisi. Questo cubetto è uno dei 5 posati a Milano il 20/1/2018. |