Medico, matematico e poeta, insegnò logica nell'università di Padova. Scrisse il poema latino
Syphilis sive de morbo gallico (1530), in cui si narra di un giovane e bel pastore che, avendo offeso Apollo, viene punito con una terribile malattia ulcerosa. La sifilide, malattia venerea allora di recente diffusione, prese il nome proprio da questo poemetto. Fu tra i primi a ritenere che le malattie epidemiche fossero trasmesse da una sorta di entità seminali che propagavano il contagio (
De contagione et contagiosis morbis, 1546).
Copia della targa (che ricorda la visita dell'imperatore
Carlo V) è esposta all'esterno di
villa Fracastoro ad Incaffi (comune di Affi): questa milanese sembra l'originale, per l'aspetto più antico; probabilmente un vecchio proprietario di villa Fracastoro ad Incaffi si è portato via la targa come cimelio prima di cedere la proprietà.
La tomba dello scienziato è in S.Eufemia a Verona.