Lelio e la moglie
Bahia erano nati ad Aleppo, in Siria, e si erano trasferiti a Milano per l'attività di lui, esportatore di tessuti; qui nacque
Violetta, la figlia; quando nel nord Italia venne istituita la Repubblica Sociale, sostenuta militarmente da truppe tedesche, e la persecuzione razziale si fece più feroce, la famiglia cercò scampo in Svizzera, ma furono arrestati tutti e tre al confine; vennero poi deportati ad Auschwitz, dove trovarono la morte.
Queste sono tre delle tante vittime dei lager nazisti di cui l'artista tedesco Gunter Demnig ha voluto tramandare il nome con le sue Stolpersteine (letteralmente tradotto significa "pietre da inciampo"): si tratta di cubetti di pietra, sparsi nei marciapiedi di tutta Europa, ciascuno con un nome inciso; in Italia ha incominciato da Roma, ricordando ebrei, zingari, omosessuali, antifascisti, carabinieri che da qui furono deportati nei lager e lì morirono di stenti o furono uccisi.
La posa di queste targhe è avvenuta il 25/1/2019, accompagnata da piccoli scolari che hanno voluto esprimere con stelle di carta il loro solidale affetto per queste vittime; nel
thumbnail un momento della cerimonia, cui ha partecipato la senatrice a vita Liliana Segre.