Medico, militare in Tunisia durante la II Guerra Mondiale, venne fatto prigioniero e mandato in un campo di internamento in Texas (USA); qui incominciò a dipingere. Tornato in Italia portò avanti la passione nata in lui, dedicandosi all'arte astratta e polimaterica: celebri e discusse furono le sue tele di sacchi variamente lavorati col fuoco; poi passò alle plastiche e infine ai
Cretti, grandi estensioni -anche in
land art- di superfici in terra e vinile, trattate col fuoco, screpolate e fratturate.
In occasione della XV Triennale milanese (1973) Burri progettò questo tipo di teatro all'aperto: una piattaforma rialzata dal suolo con 6 quinte rotanti, da una parte bianche, nere dall'altra. Nel 1989 la struttura venne demolita perché usurata dalle intemperie. Con l'Expo milanese del 2015 si decise di
ricostruirla sui disegni originali dell'artista.