Lavorava in una tipografia che stampava, fra l'altro, il giornale clandestino
Il Ribelle, dei partigiani cattolici (
Fiamme Verdi). Scoperto e arrestato il 5/9/1944, venne deportato a Fossoli, mentre moriva la moglie lasciando un figlio di 6 anni; gli diedero solo il tempo di procurare una sistemazione al bambino, poi lo rinchiusero a Mauthausen e infine nel sottocampo di Gusen, dove trovò la morte.
Questa è una delle tante vittime dei lager nazisti di cui l'artista tedesco Gunter Demnig ha voluto tramandare il nome con le sue Stolpersteine (letteralmente tradotto significa "pietre da inciampo"): si tratta di cubetti di pietra e ottone, sparsi nei marciapiedi di tutta Europa, ciascuno con un nome inciso; in Italia ha incominciato da Roma, ricordando ebrei, zingari, omosessuali, antifascisti, carabinieri che da qui furono deportati nei lager e lì morirono di stenti o furono uccisi.
Questa pietra è stata posata l'1/2/2021, con cerimonia e partecipazione molto limitate a causa della pandemia.