Dopo l'emanazione delle leggi razziali del 1938 preferì riparare in una sua villa a Porto Ceresio, sperando di salvare la famiglia da rischi peggiori. Quando, dopo la nascita della Repubblica Sociale Italiana, la situazione si fece più pericolosa per gli ebrei e gli venne confiscata la villa, si andò a consegnare ai tedeschi per allontanare da moglie e figlio l'attenzione poliziesca delle SS. Venne deportato ad Auschwitz, dove fu eliminato all'arrivo.
Questa è una delle tante vittime dei lager nazisti di cui l'artista tedesco Gunter Demnig ha voluto tramandare il nome con le sue Stolpersteine (letteralmente tradotto significa "pietre da inciampo"): si tratta di cubetti di pietra, sparsi nei marciapiedi di tutta Europa, ciascuno con un nome inciso; in Italia ha incominciato da Roma, ricordando ebrei, zingari, omosessuali, antifascisti, carabinieri che da qui furono deportati nei lager e lì morirono di stenti o furono uccisi. |