Parroco di Villa di Rovigno (in Istria, oggi Croazia), all'indomani dell'Armistizio italiano venne arrestato dalle bande partigiane di Tito, torturato e ucciso; il cadavere fu scaricato in una cava di bauxite.
Nel 2021 per iniziativa della comunità di profughi istriani e del consiglio di zona venne posta una prima targa, che suscitò polemiche: per qualche giorno venne anche censurata con una pennellata di bianco la riga dove si diceva "infoibato dai comunisti jugoslavi"; nel 2023 il Comune la sostituì, adducendo a motivo un "necessario restauro". La differenza del testo è che che nella nuova non si attribuisce direttamente il crimine a comunisti jugoslavi, ma mi sembra che nella sostanza cambi poco il senso dell'epigrafe. Questa volta però c'è l'imprimatur di "Milano è memoria", cioè il comitato comunale che decide quali commemorazioni accettare e come (uniformando un po' monotonamente il modello di targa). |