A Milano trovò lavoro come operaio metalmeccanico; antifascista, nella fabbrica fu tra gli organizzatori dello
sciopero generale nel marzo 1944. Per questo venne arrestato e deportato nel lager di Mauthausen. Trasferito nel sottocampo di Gusen, subì terribili violenze; a stento sopravvisse a questa esperienza e fece ritorno in patria a guerra finita; ma il fisico stremato non resistette: poco tempo dopo la memoria lo abbandonò, prese un treno senza sapere dove andare e venne ritrovato in fin di vita in un cinema di Messina.