Trasferitosi da Mantova a Trieste con un fratello maggiore, a 14 anni si diede al commercio di legnami; non ancora trentenne si stabilì ad Alessandria d'Egitto, scalo principale dei traffici tra l'Europa e l'Oriente. Il vicerè Muhammad Ali Pascià era pronto a spendere per costruire linee ferroviarie e sfarzosi edifici pubblici in quella città. Loria, diversificando l'attività commerciale e rendendosi disponibile per il prestito di capitali, in 20 anni accumulò un enorme patrimonio. Tornò in Italia per sposarsi (1857) e stabilì a Milano la sua dimora definitiva. Qui fece ulteriormente fruttare la sua ricchezza con investimenti agricoli ed edilizi. Alla morte della adorata moglie (1868) si diede alla filantropia. Nel 1876 scrisse al Comune di Milano di voler donare una cospicua rendita alla Scuola Professionale Femminile, istituita da
Laura Solera Mantegazza, "
in omaggio alla memoria della mia defunta consorte, in sostituzione di uno sterile monumento". E questo principio, che la beneficenza non si riduca ad un mantenimento assistenziale ma inneschi un produttivo riscatto dei ceti meno abbienti, guidò il suo testamento, che lasciava oltre 10 milioni di lire al Comune di Milano perché fossero investiti in una
Società Umanitaria che realizzasse i mezzi per "
mettere i diseredati in condizione di rilevarsi da se medesimi".