Figlio di un commerciante di tessuti, era un ragazzo sportivo, praticante l'hockey su ghiaccio, disciplina da poco importata in Italia: era uno dei portieri dell'Hockey Club Milano. Con l'avvento delle leggi razziali la famiglia dovette cedere l'attività, Guglielmo fu escluso dal suo Club e si trasferirono tutti sul lago di Como, a Moltrasio, sperando di trovare un luogo meno esposto ai controlli polizieschi. In seguito a delazione però furono tutti arrestati e deportati ad Auschwitz. Guglielmo fu poi trasferito nel terribile campo di lavoro di Gross-Rosen (oggi Polonia), dove trovò la morte pochi giorni prima dell'arrivo dell'Armata rossa liberatrice.
Questa è una delle tante vittime dei lager nazisti di cui l'artista tedesco Gunter Demnig ha voluto tramandare il nome con le sue Stolpersteine (letteralmente tradotto significa "pietre da inciampo"): si tratta di cubetti di pietra e ottone, sparsi nei marciapiedi di tutta Europa, ciascuno con un nome inciso; in Italia ha incominciato da Roma, ricordando ebrei, zingari, omosessuali, antifascisti, carabinieri che da qui furono deportati nei lager e lì quasi tutti morirono di stenti o furono uccisi. Questa pietra è stata posata il 25/1/2024. |