Mario De Benedetti, nato a Mantova il 10/11/1892, capitano medico decorato nella Grande Guerra, tisiologo, nel 1929 sposò
Theresia Herz, nata al Cairo (ET) il 6/2/1900. Le leggi razziali del 1938 impedirono a Mario l'attività ospedaliera, e anche la libera professione fu limitata alla cura dei soli ebrei. Con l'Armistizio e l'occupazione tedesca del nord-Italia capirono che la situazione stava precipitando e tentarono la fuga in Svizzera da Tirano in Valtellina: erano Mario e la moglie, col figlio Ciro, la madre e la sorella del medico; la recinzione di confine segnalò il loro passaggio ai doganieri, che li arrestarono; però, impietositi, consentirono alle donne e al bambino di passare, fermando solo del capofamiglia; ma Theresia non volle separarsi dal marito e con lui fu rinchiusa nel carcere milanese di S.Vittore. Vennero deportati ad Auschwitz; qui Theresia morì il 17/7/1944, Mario il 7/4/1945 durante una "marcia della morte", ordinata dai carcerieri quando le linee dell'Armata rossa stavano raggiungendo il lager.
Queste sono due delle tante vittime dei lager nazisti di cui
l'artista tedesco Gunter Demnig ha voluto tramandare il nome con le sue
Stolpersteine (letteralmente tradotto significa "pietre da inciampo"): si tratta di cubetti di pietra
e ottone, sparsi nei marciapiedi di tutta Europa, ciascuno con
un nome inciso; in Italia ha incominciato da Roma, ricordando ebrei, zingari, omosessuali, antifascisti, carabinieri che da qui furono deportati nei lager e lì quasi tutti morirono di
stenti o furono uccisi. Queste pietre sono state posate il 25/1/2024.
Nel
thumbnail le
stolpersteine prima di essere cementate nell'asfalto.