Rimasta da poco vedova di Giuseppe Dana, con due figlie, venne arrestata dalle SS. guidate da Otto Koch quando si recò alla comunità ebraica per ricevere un sussidio di vedovanza; una figlia, rimasta a casa, non vedendola tornare si nascose presso uno zio e riuscì a salvarsi; l'altra figlia,
Sara, che era stata ricoverata all'ospedale di Pietra Ligure, ebbe la malaugurata idea di mandare una cartolina a casa: qualcuno la lesse all'arrivo e denunciò la ragazza, che venne ricercata, prelevata e deportata. Madre e figlia non sopravvissero ai lager.
Questa è una delle tante vittime dei lager nazisti di cui
l'artista tedesco Gunter Demnig ha voluto tramandare il nome con le sue
Stolpersteine (letteralmente tradotto significa "pietre da inciampo"): si tratta di cubetti di pietra
e ottone, sparsi nei marciapiedi di tutta Europa, ciascuno con
un nome inciso; in Italia ha incominciato da Roma, ricordando ebrei, zingari, omosessuali, antifascisti, carabinieri che da qui furono deportati nei lager e lì quasi tutti morirono di
stenti o furono uccisi. Questa pietra è stata posata 26/1/2024.