Elettricista, militante nell'area del Socialismo, fu molto attivo nella propaganda antifascista con il lancio di volantini e la distribuzione di giornali clandestini; venne arrestato una prima volta per aver contribuito all'organizzazione dello sciopero generale del marzo 1944 e aver sabotato un tratto di linea tranviaria, ma riuscì ad evadere; la seconda volta che fu catturato venne deportato a Mauthausen (A), poi nel sottocampo di Gusen dove trovò la morte, ad appena una decina di giorni dall'arrivo delle truppe americane.
Questa è una delle tante vittime dei lager nazisti di cui l'artista tedesco Gunter Demnig ha voluto tramandare il nome con le sue
Stolpersteine (letteralmente tradotto significa "pietre da inciampo"): si tratta di cubetti di pietra, sparsi nei marciapiedi di tutta Europa, ciascuno con un nome inciso; in Italia ha incominciato da Roma, ricordando ebrei, zingari, omosessuali, antifascisti, carabinieri che da qui furono deportati nei lager e lì morirono di stenti o furono uccisi. La pietra è stata posata il 23/1/2025.
Pogliaghi era già ricordato in una
lapide affissa alla parete di un'altra casa in cui abitò, in diversa zona della città.
Nel
thumbnail l'articolo del
Corriere della sera (6/3/1944) che riporta notizia del sabotaggio alle rotaie del tram.