Uomo di mare fin da ragazzo, aderì alle idee mazziniane; a Genova partecipò ad un moto patriottico che fallì e dovette fuggire in esilio; dal 1835 al 1848 in sud America combattè a sostegno di istanze libertarie locali. Tornato in Italia si scontrò con gli austriaci in Lombardia; poi accorse in difesa della Repubblica Romana, alla cui caduta (1849) dovette fuggire al nord. Negli anni successivi la sua fondamentale partecipazione all'unificazione ed indipendenza italiana non ebbe sempre il chiaro riconoscimento che meritava; nel 1859 i suoi uomini a Bezzecca (Tn) diedero un contributo essenziale alla vittoria contro gli austriaci; nel 1860 le Camicie rosse conquistarono il Regno delle Due Sicilie; i successivi autonomi tentativi di acquisire Roma al Regno d'Italia furono però non appoggiati o addirittura fermati dalle armi di quello stesso Regno che aveva contribuito ad accrescere. Nell'isola sarda di Caprera trovò spesso l'obbligato o volontario rifugio a questa ingratitudine.
Il monumento fu inaugurato nel 1895, con un discorso di Felice Cavallotti. La statua è di Ettore Ximenes. Nel basamento, l'allegoria della Libertà, che ripone nel fodero la spada dopo aver ferito a morte la Tigre della Tirannide; nel lato opposto campeggia l'allegoria della Rivoluzione, che brandisce la spada poggiando sul Leone della Forza Popolare. Nel 2007, bicentenario della nascita dell'eroe, alla statua è stato fatto indossare un poncho di stoffa (vedi secondo thumbnail). L'ultimo thumbnail mostra l'epigrafe che a Nizza ricorda il luogo natale dell'eroe (foto di Jean-Pierre Dubois). |