Nipote del grande imperatore, dal 1848 fu presidente della Repubblica francese e nel 1852, con un colpo di Stato, anch'egli si proclamò imperatore. Fu molto attivo nella modernizzazione amministrativa ed economica del suo paese, nella trasformazione urbanistica della capitale, ma anche nella repressione delle opposizioni. Si alleò al Regno di Sardegna nella II Guerra d'Indipendenza ma difese la Roma papale dalle aspirazioni unitarie italiane. Nel 1870 una guerra contro il regno di Prussia, scoppiata dietro pretesto di una crisi dinastica, si concluse con una pesante sconfitta (a Sedan, 1870), in cui lo stesso imperatore fu fatto prigioniero. Concluse la sua vita in esilio in Gran Bretagna.
Il monumento all'alleato dei Piemontesi nella II Guerra di Indipendenza fu proposto già nel 1873, con adesioni illustri come quelle di Manzoni e Verdi. Ma fu terminato da Francesco Barzaghi solo nel 1881, quando fu esposto all'Esposizione Italiana di Milano, senza basamento (vedi ultimo
thumbnail); fu poi relegato nel cortile dell'ex-Senato (via Boschetti) perché molti -radicali e di sinistra- ricordavano che Napoleone III aveva fermato Garibaldi nella battaglia di Mentana. Il monumento fu sistemato nell'attuale collocazione solo nel 1927 (quando la dedica fu estesa all'esercito francese).
(Nel primo thumbnail
una cartolina anni '20 inviata da Stefano Gusmeroli che mostra il monumento nel cortile porticato del Palazzo senatorio; la didascalia della cartolina è errata perché dà come ubicazione il cortile di Brera. A S.G. devo anche la corretta denominazione della collina del Parco su cui sorge il monumento e la pagina che illustra il salone della scultura nell'Esposizione Italiana del 1881).