In un primo tempo avevo attribuito la statua a S.Giovanni Nepomuceno, per la somiglianza nell'abito a quella del primo cortile al
Castello Sforzesco; ma Bruno Pellegrino segnala che si tratta di S.Lazzaro, raffigurato in pietra nel 1728 a spese della
Confraternita dei conforti ai condannati, in sostituzione di una semplice croce dedicata al santo; in questo luogo venivano eretti
roghi e forche per per eretici e criminali.
Nell'incertezza se includere qui la scheda o assegnarla alla sezione delle edicole sacre, ho preferito questo gruppo perché si tratta di un santo piuttosto anomalo: risale al povero lebbroso Eleazaro citato nella parabola evangelica del ricco epulone (Luca 16, 19-31). Dunque un personaggio immaginario; eppure da questo racconto è derivato un culto che ha dato corpo ad un santo (che oggi forse definiremmo "virtuale") molto venerato in epoche in cui la lebbra non conosceva cure. E in questa statua è stato rivestito addirittura di panni settecenteschi.
Non condivido l'opinione di chi lo identifica con
S.Lazzaro di Milano, poco noto vescovo della città vissuto verso la metà del V sec. Comunque il numero dei
Lazzari divenuti santi è piuttosto ampio.