Militare di carriera del Regno di Sardegna (mentre il fratello
Giovanni militava nell'esercito dello Stato Pontificio) nutrì idee liberali, che espresse nel proclama di rivendicazioni inviato nel 1831 al re Carlo Felice. Teorizzò la sua concezione federalista dell'Unità nel saggio politico-militare
De la nationalité italienne (1846), in cui ipotizzava una confederazione di tre stati, liberali e costituzionali: uno settentrionale (Eridania), uno centrale e uno meridionale. Alla Chiesa doveva rimanere solo la città di Roma. Nel '48 fondò e diresse il giornale
L'Opinione, poi fu generale per il Governo provvisorio di Milano insorta. Nel '49 fu inviato da Vittorio Emanuele II a Genova come Governatore con poteri straordinari, per sedare una insurrezione con connotati democratici ed antisabaudi. In seguito fu Ministro della Guerra (1855) e degli Affari Esteri, e infine presidente del Senato.