Scrittore che nella vita e nelle opere manifestò come carattere dominante un languido tormento esistenziale, che lo portò anche ad un ricovero per malattia mentale. Si inserì nella tradizione poetica del poema cavalleresco, lasciandoci una Gerusalemme liberata che segna un deciso passaggio dal gioioso capolavoro dell'Ariosto ad una tensione estetica e morale più esasperata; anche le sue altre opere -dalla favola pastorale Aminta alle Rime alle prose dei Dialoghi- mostrano un geniale scrittore che precorse aspetti del gusto secentesco. |