Fu ingegnere del Granducato di Toscana, come il padre Giuseppe, presiedendo i più alti uffici di architettura ed urbanistica pubblica. A lui si devono la strada tra Volterra e Livorno, la strada del passo della Cisa, del passo del Muraglione, vari ponti, la cinta muraria e il porto di Livorno, le bonifiche della Val di Chiana e della Maremma. Nel 1859, con la fine del Granducato di Toscana, si fece in disparte e si dedicò alla redazione di una interessante autobiografia (Mio passatempo). |