Militare, parteggiò per la
Repubblica Partenopea del 1799; al ritorno dei Borboni fu costretto all'esilio in Francia, arruolandosi nell'esercito napoleonico. Tornato in Italia, partecipò ai moti napoletani del 1820 e poi nuovamente fu condannato all'esilio. A Firenze frequentò il
Gabinetto Vieusseux, mantenendosi con lezioni private. Tornò in patria nel 1848, aderendo ai moti di quell'anno ma cercando di contenerne gli eccessi. La morte lo sottrasse all'ennesima condanna al ritorno dei Borboni.