Umanista, poeta, cortigiano, si avviò per la carriera ecclesiastica raggiungendo il cardinalato. Dal 1529 fu storiografo della Serenissima Repubblica di Venezia. Influenzò enormemente la cultura e l'etica dei contemporanei con i suoi più famosi scritti, le
Prose nelle quali si ragiona della volgar lingua (1525), in cui indica come modello la lingua del Petrarca per la poesia e quella del Boccaccio per la prosa, e
Gli Asolani (1505), dialoghi sull'amor platonico.
Secondo una tradizione locale non documentata, qui Bembo avrebbe soggiornato; perciò la villa è conosciuta anche come "la Bembiana" (oltre che come quella in cui fu redatto il
bollettino della Vittoria il 3/11/1918).