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Aronta è citato al v. 46 del XX canto dell'Inferno: è uno degli indovini pagani puniti nella IV bolgia. Dante trae questo personaggio dall'Arunte della Pharsalia di Lucano, che predice le guerre civili e la vittoria finale di Cesare (I 584 ss.); il poeta latino lo situa a Lucca mentre per Dante l'antro dell'indovino è fra le impervie montagne marmoree carraresi.
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(Testo)
BENVENUTI SUI MONTI E "TRA BIANCHI MARMI DOVE STORIA, POESIA E LEGGENDA HANNO DA SEMPRE DIMORA"
"Le oscure notti videro stelle ignote, e il cielo ardente di fiamme, e in aria oblique faci volanti e...la Cometa che muta i regni sulla terra... Per questo piacque far venire gli indovini etruschi. dei quali il più vecchio, Arunte...esperto degli ammonimenti del fulmine..."
Marco Anneo Lucano (39 - 65 d.C.), Farsalia, o Guerra Civile (fra Cesare e Pompeo)
"Aronte e quel ch'al ventre li si atterga, che ne' monti di Luni, dove ronca lo Carrarese che di sotto alberga,
ebbe fra' bianchi marmi la spelonca per sua dimora, onde a guardar le stelle e 'l mar non li era la veduta tronca." |
Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno, Canto XX
foto Cocconi
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