|
|
Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 con gli anglo-americani, l'esercito italiano, senza precisi ordini e sbandato, venne considerato nemico dall'ex-alleato tedesco, che intese disarmarlo e farlo prigioniero. A Barletta ci fu la resistenza dei militari. Qui un ordine giunse dall'alto, forse perché il re Vittorio Emanuele III si era rifugiato a Brindisi. |
|
|
|
|
|
|
|
|
(Testo)
L'AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI BARLETTA IN MEMORIA DEI SOLDATI CHE L'11 E IL 12 SETTEMBRE 1943 LOTTARONO DA EROI CONTRO I TEDESCHI, SACRIFICANDO LA LORO VITA PER DIFENDERE LA PATRIA LA CITTÀ DI BARLETTA E LA LIBERTÀ, E A RICORDO DEI CIVILI INNOCENTI CHE IN QUEI GIORNI PERSERO LA VITA PER NON DIMENTICARE POSE
(targa metallica vicina) LA BATTAGLIA DI BARLETTA CONTRADA CROCIFISSOL'ordine di agire contro i tedeschi giunse nella notte tra il 10 e l'11 settembre 1943 al Comandante del Presidio Militare di Barletta, Colonnello Francesco Grasso, che immediatamente predispose la difesa delle vie di accesso alla città. Nei pressi di questa Chiesetta, il giorno 11, un pugno di soldati, al comando del Tenente Vasco Ventavoli, stretti intorno all'unico pezzo anticarro disponibile, manovrato dal Sergente Guido Giandiletti, con eroica determinazione impedì all'avanguardia della Divisione "Goering" di penetrare nell'abitato. I tedeschi, contrattaccati, subirono gravi perdite e furono costretti a ritirarsi o ad arrendersi. La battaglia si fece più aspra il giorno 12. Scrisse infatti il Tenente Ventavoli: "... il nostro nucleo ... combatté strenuamente e a lungo ... la mattina seguente e, benché provato dalle perdite subite, ... tenne in iscacco i tedeschi fino al limite del possibile." Non si perda il ricordo di questi fatti e di questi eroi, non si spenga la fulgida luce di gloriosa Resistenza che in quelle ore - e in questo luogo - illuminò il buio dei "giorni del disonore" che seguirono l'armistizio. |
foto Pierro
|
|
|
|
|
|
|
|
|