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Uomo politico, scrittore in latino e in volgare, diede a questa lingua nascente una enorme poliedricità espressiva. La sua Divina Commedia è indubitabilmente uno dei grandi capolavori della letteratura mondiale, ma per gli italiani è anche la fucina della loro lingua, da cui sono uscite le più potenti raffigurazioni della realtà e dell'immaginazione.
Mentre Dante era a Roma come ambasciatore del suo Comune, l'inviato papale Carlo di Valois prese Firenze con la forza e appoggiò il partito dei Guelfi Neri, filopapali, contro i Bianchi, partito in cui si schierava il poeta. Mentre tornava nella sua città, Dante seppe che era condannato all'esilio (successivamente anche a morte) e cercò collegamento con gli altri fuoriusciti, prima a Siena, poi ad Arezzo. |
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(Testo)
"..... Sentito Dante la ruina sua, subito partì da Roma, dove era ambasciadore, e camminando con celerità ne venne a Siena: quivi intesa chiaramente la sua calamità, non vedendo alcun riparo, deliberò accozzarsi con gli altri usciti: ed il primo accozzamento fu in una congregazione delli usciti la quale si fè a Gargonsa, dove trattate molte cose, finalmente fermaro la sedia in Arezzo....." |
Leonardo Bruni, Vita di Dante | _____
IL COMITATO ARETINO DELLA "DANTE ALIGHIERI" E IL CONTE GIULIO GUICCIARDINI CORSI SALVIATI AUSPICI I COMUNI DI AREZZO E DI MONTESANSAVINO POSERO NELL'ANNO SECENTESIMO DALLA MORTE DEL POETA
foto Malosti
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