Combattè nelle armate napoleoniche fino alla Campagna di Russia, dove fu ferito e fatto prigioniero; entrò poi nell'esercito di
Murat, e quindi dovette presto riparare in esilio. Tornò in Italia per i moti del 1831 e nel 1848, quando morì sulle barricate di Treviso.
La targa è stata posta nel centenario del 1866, quando il Veneto fu ceduto dall'Austria all'Italia in seguito alla III Guerra d'Indipendenza, ma l'episodio si riferisce alla I Guerra, quando i piemontesi impegnavano le truppe imperiali e Venezia insorse proclamando la Repubblica.
Anche Bixio e il padre Ugo Bassi, prima di incontrare Garibaldi, parteciparono alla difesa di Treviso e furono feriti in combattimento.