Fra brevi periodi di carcere e lunghi anni di esilio contribuì a diffondere idee repubblicane di libertà cui aderirono file di giovani patrioti risorgimentali. Scrisse libri e articoli, fondò la "Giovine Italia" e la "Giovine Europa" (organizzazioni libertarie) e progettò spedizioni insurrezionali. Nel 1849 fu uno dei triumviri che ressero la Repubblica Romana.
Nel Regno di Sardegna e poi nel Regno di Italia fu sempre un ricercato passibile di cattura, e quando tornava nella sua patria dai diversi luoghi d'esilio doveva sempre farlo clandestinamente.
La congiura citata nella targa è quella sventata dalla polizia austriaca, che portò all'arresto, condanna e impiccagione di 10 patrioti, i
martiri di Belfiore.