Battaglia che vide su opposti schieramenti i Guelfi fiorentini e i Ghibellini aretini; i primi risultarono superiori. La celebrità di questo scontro si deve a Dante, che vi partecipò e la menzionò in più punti della Divina Commedia. Forse la rievocazione più efficace è quella del furioso temporale che scoppiò quando tacquero le armi; Dante lo fa descrivere dall'anima di Buonconte da Montefeltro, un caduto di quella battaglia il cui corpo fu trascinato e sommerso dalle acque ( V canto del Purgatorio). |