Di idee libertarie ed anticlericali, fu scrittore dell'epopea garibaldina. Fu poi giornalista a Genova, Milano, Pavia.
Il secolo lo inviò in Africa come corrispondente durante le campagne coloniali; ma il vicegovernatore dell'Eritrea Lamberti lo espulse per la sua opposizione alla guerra e lo accusè di vilipendio al governo coloniale.
Nel 1898 fu uno dei due padrini di
Cavallotti nel duello in cui questi morì.