A Firenze e Roma si dedicò alla pittura, alla letteratura (scrisse i romanzi Ettore Fieramosca, del 1833, e Niccolò de' Lapi, del 1841) e alla politica. Nel 1849 fu presidente del Consiglio subalpino. Sposò la figlia di Manzoni, Giulia.
(Testo)
(fronte) PER TRAMANDARE AI FUTURI IL NOME ILLUSTRE DI MASSIMO D'AZEGLIO RE VITTORIO EMANUELE II° CHE L'EBBE MINISTRO IN TEMPI DIFFICILISSIMI E LO CHIAMO' AMICO IL MUNICIPIO TORINESE E MOLTI CITTADINI ITALIANI INNALZARONO QUESTO MONUMENTO
(retro) RICORDO AGL'ITALIANI CHE L'INDIPENDENZA D'UN POPOLO E' CONSEGUENZA DELL'INDIPENDENZA DEI CARATTERI CHI E' SERVO DI PASSIONI MUNICIPALI E DI SETTA NON SI LAGNI DI ESSERLO DEGLI STRANIERI
RIMANGA LA MIA MEMORIA NEL CUORE DEGLI UOMINI ONESTI E DEI VERI ITALIANI E SARA' QUESTO IL MAGGIOR ONORE CHE LE SI POSSA RENDERE E CHE IO SAPPIA IMMAGINARE
Dal testamento politico di Massimo D'Azeglio del 2 Juglio 1857