Nel 1321 il signore di Castellaro (oggi Castel d'Ario) Passerino Bonacolsi faceva imprigionare in questa torre il suo nemico Francesco Pico della Mirandola con due figli, lasciandoli morire di fame. Sette anni dopo la nemesi: Luigi Gonzaga, impadronendosi di questo territorio, vi rinchiudeva fino alla morte due figli e due nipoti del Bonacolsi. Quando nel 1851 si fecero dei lavori nel castello, dietro un muro furono trovati i sette scheletri, uno ancora con i ceppi ai polsi. La vicenda fa il paio con quella di
Ugolino della Gherardesca resa celebre da Dante.