Giovanissimo militante socialista, fin dai 15 anni girava per le campagne del delta padano a parlare di giustizia sociale, di terra ai contadini, di pace all'approssimarsi della Grande Guerra. Per spegnere questa voce dissidente il governo nell'estate del 1917 con decreto gli impose il domicilio coatto in provincia di Campobasso; qui, appena un anno dopo, l'influenza "spagnola" lo uccideva. Nell'ottobre del 1921 una squadra di fascisti spezzò la lapide commemorativa che era stata affissa dai compagni di Codigoro. Nel 1953 i socialisti ferraresi l'hanno ricostruita e nuovamente affissa, in un'epoca in cui i problemi della gente del delta non erano certo risolti, ad appena due anni da una
catastrofica alluvione.
Devo la corretta identificazione del personaggio agli aiuti forniti nella ricerca da Franco Benfenati, Gian Paolo Bertelli, Pietro Finetti, Silvia Villani; amici vecchi e nuovi che, come me, cercano di non fare cadere nella dimenticanza le storie della gente.