Notaio a Firenze nel primo '300, passò gli ultimi suoi 10 anni di vita in carcere a Venezia, dove tradusse Boezio.
(Testo)
QUI EBBE LA CUNA ALBERTO DELLA PIAGENTINA POETA FIORENTINO CHE NEL MCCCXXXII NELLE CARCERI DI VENEZIA DALLA LATINA NELL'ITALICA LINGUA VOLTÒ E COMENTÒ I LIBRI DELLA CONSOLAZIONE DI BOEZIO E L'EPISTOLE DI OVIDIO IL PADRONE DEL FONDO ETERNA MEMORIA DI TANTO UOMO POSE QUESTA LAPIDE NEL MDCCCXXIII