Spirito libertario, partecipò ai moti di Romagna del 1831-32 e poi dovette riparare in esilio. In America meridionale combatté a fianco di Garibaldi e poi lo seguì nelle imprese italiane: in Lombardia nel 1848, alla difesa della Repubblica Romana nel 1849; dopo un altro periodo di esilio, nel 1860 si imbarcò con i Mille a Quarto e sbarcò a Talamone con un reparto che avrebbe dovuto sollevare le popolazioni dello Stato Pontificio; ma fu arrestato dai Piemontesi, che non ritenevano opportuno scontrarsi con la Francia, paladina della sovranità papale. Liberato nel 1861, finì i suoi giorni come ufficiale dell'esercito argentino.
Il gruppo guidato da Zambianchi, imbarcatosi a Quarto (Genova) e sbarcato a Talamone (Orbetello, Gr), doveva compiere una
diversione nello Stato pontificio per distogliere l'attenzione delle truppe papaline e borboniche dal vero obiettivo della spedizione garibaldina.