I suoi primi romanzi ricalcavano temi patriottici, poi scelse trame di passioni amorose, represse (
Storia di una capinera) o sfrenate (
Tigre reale), mentre dalla nativa Catania si trasferiva prima a Firenze, la nuova provvisoria capitale, poi a Milano, centro pulsante della vita nuova. Qui scoprì il Naturalismo di Zola e con l'amico
Capuana ne elaborò una versione italiana (Verismo), in cui l'attenzione alla gente qualunque e alle cose si vestiva di un senso di ineluttabilità per la condizione umana, pur nella universale ricerca di un progresso per la propria sorte. Espresse questa sua visione in 2 romanzi (
I Malavoglia e
Mastro don Gesualdo) e in numerose novelle che innovarono profondamente natura, struttura e forme di questo genere letterario. Da una di esse,
Cavalleria rusticana, fu tratto il libretto per l'omonima opera di
Mascagni, che riscosse subito un enorme successo.