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(Testo)
I bambini di Marzabotto
Eravamo bambini dei monti con scarsi giochi e poche gioie gioco e gioia era stare dall’alba davanti alla casa di sassi ad aspettare il tramonto. Era gioco badare alla pastura, era gioia il frumento a mietitura. Verdi nudi pascoli, bagnati dalle nuvole d’autunno: un primo piovere sulle foglie, un odore amaro nella polvere. Noi non riconoscemmo facce d’uomini in quelli che ci uccisero sul petto delle madri uccise. Sperammo – e lo sperò tutto il mondo – che morissimo per fiamme di fulmini dentro una bufera deserta. Furono invece mani di carne a dirigere il fuoco, ed occhi aperti. Noi non riconosciamo legge d’uomini in quelli che adoprarono le armi sopra le nostra ossa innocenti. Oggi veniamo dai prati strani della memoria, entriamo nelle lacrime stanche di chi piange ancora per noi: siamo antichi come la terra, giovane come le stagioni. Noi non riconosciamo atti di guerra a coloro che vennero soldati contro la nostra piccola infanzia. Viviamo nelle notti senza sonno di quelli che calarono i pugnali dentro la nostra tenera forza. Ad essi noi neghiamo vita d’uomini, sguardo e amore di padri.
foto Mazzucato
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