Partecipò ai moti insurrezionali del 1831 e si iscrisse alla Giovine Italia. Come mazziniano fu inquisito, condannato e costretto all'esilio, prima in Corsica, poi a Parigi e Londra. Al ritorno in patria svolse attività politica prendendo le distanze da Mazzini ed entrando in amicizia con
Vincenzo Gioberti; durante i pochi mesi di Presidenza del Consiglio piemontese dell'amico (1848-49) svolse per lui incarichi diplomatici. Dal 1869 al 1875 fu sindaco di Sarzana.