Prete, fu esperto di Ragioneria e Computisteria; ma non disdegnò neppura la cultura classica e la poesia, tanto è vero che venne chiamato "il poeta della Ragioneria" per la cura formale dei suoi scritti e per l'eleganza delle sue figure retoriche e immagini letterarie, adottate anche parlando di argomenti così lontani dalla poesia. Pubblicò trattati storici e divulgativi sulla tenuta dei registri contabili (logismografia) e una raccolta di versi:
Etalia-Ilva-Elba: sonetti (1901). Molti di questi si riferiscono a paesaggi e
leggende dell'Elba: nell'isola visse gli ultimi anni della sua vita Giuseppe Cerboni (nato a Marciana nel 1827), il maestro della Ragioneria, di cui Bonalumi restò sempre fedele allievo e probabile assiduo frequentatore.