L'epigrafe della lapide superiore può essere così tradotta:
"Mi chiamo Sonsa, porta della splendida Viterbo;/ho grande dignità e godo di eterno onore,/infatti chiunque sia sottoposto a condizione servile/qualora sia risultato mio cittadino viene considerato libero;/il grandissimo imperatore Enrico mi conferì questa prerogativa/ nell'anno 1095 dall'incarnazione del Signore. Questa porta/fu fondata sotto il pontificato di papa Pasquale e l'impero di Enrico/ma venne completata al tempo di papa Eugenio. Ne furono costruttori/Raniero Mincio e Pietro su ordine dei consoli e di tutto il popolo./Goffredo dettò il testo, Rolando lo scolpì."La data del 1095 dovrebbe riferirsi al privilegio concesso dall'imperatore (che sarebbe dunque Enrico IV) e non alla fondazione della porta (nel 1095 non era ancora papa
Pasquale II); essa comunque fu completata dopo qualche decennio, sotto papa
Eugenio III.
La seconda epigrafe, datata 1588, ricorda un restauro ed adattamento della porta alla crescita della città. La scritta sull'arco, datata 1634, riguarda invece la fontana sottostante fatta costruire da un certo Martinelli.