Uomo politico, scrittore in latino e in volgare, diede a questa lingua nascente una enorme poliedricità espressiva. La sua
Divina Commedia è indubitabilmente uno dei grandi capolavori della letteratura mondiale, ma per gli italiani è anche la fucina della loro lingua, da cui sono uscite le più potenti raffigurazioni della realtà e dell'immaginazione.
In questi versi Dante fa dire all'antenato Cacciaguida che la mescolanza di genti del contado e di città ha prodotto trasformazioni pericolose; nel 1254 ci fu il trasferimento in Firenze dei conti Guidi, che per 5000 fiorini vendettero alla città il loro
castello di Montemurlo.